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“Gareggiare sul centrale di Lonato con tante persone intorno che assistono è sempre un piacere: sono davvero esperienze che fanno crescere!” Così parlò Alessandro Salandini. Come vi abbiamo già raccontato nel dettaglio una settimana fa in questa pagina web, per il quasi ventenne di Pozzolengo (che taglierà il traguardo delle due decadi a dicembre) la conquista del titolo regionale degli Juniores di Fossa Olimpica lo scorso 23 ottobre al Concaverde è arrivata infatti con uno di quegli episodi che per un atleta marcano con nitidezza un’intera stagione. Ritrovatosi al termine del circuito lombardo in vetta alla graduatoria ma in parità, in termini di penalità, con Riccardo Caliari, Alessandro Salandini ha dovuto affrontare un confronto diretto sul centrale di Lonato con il coetaneo atleta cresciuto nella scuderia di S. Fruttuoso e inserito nel Settore Giovanile delle Fiamme Oro. E la fulminea sfida ha consegnato la vittoria al “canarino” Salandini che al Concaverde in questi anni ha compiuto tutto il suo percorso da under 20 e che dalla prossima stagione affronterà la grande avventura di misurarsi con i Senior. “Mi sto preparando al grande salto con la consapevolezza che il gioco si farà naturalmente più duro, però va detto che la strada non sarà tanto più difficile di quanto non lo sia già per qualunque Junior nella fase conclusiva del periodo del Settore giovanile. Nella qualifica Juniores, infatti, a livello nazionale da alcune stagioni si compete ormai ad un livello molto alto con prestazioni che sul piano del punteggio stanno alla pari con le prove dei Senior.”

Ma se per Alessandro Salandini quello shoot-off, nello stesso tempo fulmineo e intenso, sul centrale di Lonato ha prodotto tante suggestioni positive, anche per Riccardo Caliari ha certamente rappresentato uno ‘step’ significativo. “In realtà non ti abitui mai ad uno spareggio. – Dice l’atleta nato a Desenzano e attualmente residente nella mantovana Monzambano – È un momento che si colloca all’apice della tensione di una gara, con un mix di emozioni contrastanti che risultano difficili da gestire. In ogni caso uno spareggio con Alessandro, che è innanzitutto un amico, è sempre un onore perché si tratta di un confronto con un contendente che giudico davvero forte. E poi il centrale di Lonato è un palcoscenico importante di un impianto a me molto caro nel quale mi misuro sempre volentieri. Confesso che ho cercato di vivere lo spareggio nel modo più spensierato possibile, perché ho voluto approcciarmi a questa gara con spirito di apprendimento, considerando la competizione come momento di ritocco di qualche aspetto problematico.”

“Alcuni di coloro che hanno osservato lo shoot-off dall’esterno – dice ancora Riccardo Caliari – mi hanno fatto notare che c’era un po’ di disappunto nella mia espressione al termine dello spareggio. Certamente sì:  c’era disappunto e un po’ di amarezza. Per uno sportivo una sconfitta è sempre un colpo da incassare. Se c’era disappunto, era semmai verso me stesso perché in quel momento ho compreso di non essere riuscito a gestire il carico di emozioni che mi ha trasmesso la situazione e soprattutto di non essere stato in grado di mettere in pratica il mio consueto metodo di gara. Non cerco attenuanti, ovviamente, ma occorre dire che sono lontano dalle competizioni da un po’ di tempo. Come si dice in questi casi: l’allenamento esercita il braccio, ma è la gara che allena la mente. E qui è mancato evidentemente il secondo elemento!”

Per esigenze lavorative anche il neo-campione regionale Alessandro Salandini negli ultimi due anni ha in realtà, proprio per sua stessa ammissione, trasformato le gare in allenamento. E infatti l’atleta di Pozzolengo non si sottrae ad un’analisi lucida della gara di Lonato che lo ha condotto alla conquista del titolo.

“In quest’ultima gara dell’anno sono partito con un 21. Ho iniziato in prima batteria sul campo 9 e c’era davvero molto vento: un aspetto che ha rappresentato per tutti una difficoltà oggettiva. Il problema è che mi sono lasciato un po’ condizionare dalle condizioni in cui stavamo gareggiando e ho commesso davvero qualche zero di troppo nei primi quindici piattelli. Mi sono imposto però di non mollare per non pregiudicare del tutto la gara e limitare i danni. Poi, effettivamente, nella seconda serie sono riuscito a esprimermi al meglio.”

“Dicono di me – spiega Alessandro Salandini – che traspare grande tranquillità e freddezza dalla mia espressione quando affronto momenti della gara che sono carichi di tensione come avviene in uno shoot-off. Posso dire che ci sono impressioni diverse che ogni tiratore vive durante una gara e non è detto che quello che traspare dall’espressione sia necessariamente l’autentica condizione di ognuno! Io non sono appassionato di altri sport e mi dedico totalmente al tiro a volo, però mi piace seguire le imprese di alcuni campioni perché ritengo che proprio gli atteggiamenti di un grande atleta nella sua disciplina siano un aiuto a crescere anche per chi pratica sport completamente diversi. Seguo ad esempio Marc Marquez della moto GP e Jannik Sinner e Matteo Berrettini nel tennis. Sono tutti grandissimi campioni che si guadagnano le vittorie senza risparmiarsi: la personalità agonistica e la cura dei dettagli che questi atleti esprimono sono un modello anche per me.”

Lo scorso 23 ottobre il tiravolismo lombardo ha dunque aperto una finestra sul domani. Il confronto diretto tra Alessandro Salandini e Riccardo Caliari sul centrale di Lonato per l’assegnazione del titolo degli Juniores della Lombardia è stato infatti in certo modo anche un’anticipazione di una delle possibili sfide delle prossime stagioni perché quello tra questi due fortissimi atleti, che si apprestano a sbarcare tra i Senior, sarà certamente uno dei duelli che caratterizzeranno il futuro del nostro sport.

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