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Passano le stagioni, ma il primato del Poggio dei Castagni tra le formazioni di Quarta categoria non è minimamente intaccato. Trionfalmente primi all’intersocietario estivo del 2023 sulle pedane di Pecetto di Valenza – nell’anno in cui ricorreva il sessantesimo anniversario della fondazione del club – i portacolori della Società della presidente Loretta Zani hanno conquistato anche lo scudetto al Campionato italiano invernale delle Società di Fossa Olimpica sulle pedane di Castelfidardo: peraltro avvicendando al vertice del podio, in un derby tutto bresciano, il Trap Pezzaioli che deteneva il titolo della stagione fredda 2023. Con 555/600 la squadra del coach Ugo Caldera si è imposta precedendo soltanto di misura i fortissimi alfieri della Contea di Modica e di due piattelli i detentori del Trap Pezzaioli. Nell’ideale gara interna del Poggio dei Castagni Marco Minini è stato il leggendario autore di un formidabile 97/100 e alle sue spalle Alessandro Rubinelli ha confezionato un solido 95. 94 centri li ha prodotti Mattia Bertoni, Marco Zilioli ha contribuito con 92, Enrico Massardi con 90 e Daniel Gilberti con 87. Per l’occasione nel ruolo di riserva il coach del Poggio ha designato l’affidabile Ferruccio Ghidoni. Anche la disposizione in batteria ha avuto il suo ruolo primario nel conseguimento del risultato e infatti il mister Caldera aveva tatticamente così disposto i suoi magnifici sei: Marco Minini in prima pedana e poi Enrico Massardi, Mattia Bertoni, Alessandro Rubinelli, Marco Zilioli e Daniel Gilberti di rincalzo.
“Vincere è difficile, confermarsi spesso è impossibile.” Ha dichiarato proprio Ugo Caldera all’indomani della vittoria di Castelfidardo e in quella dichiarazione dell’esperto mister del Poggio dei Castagni è contenuta tutta la consapevolezza che nello sport non si possa mai capitalizzare un’affermazione, ma che sia invece necessario ogni volta fare appello a tutte le talentuose individualità di un gruppo.
Per celebrare la vittoria del club della presidente Loretta Zani al Campionato italiano invernale e per scandagliare a fondo i meccanismi che hanno permesso questa ennesima affermazione, riportiamo le dichiarazioni che Ugo Caldera ha rilasciato in un’intervista apparsa nel Magazine on line della Fitav lo scorso 10 aprile.

“Sarebbe stata ugualmente una vittoria anche con altri numeri, – ha commentato il coach Ugo Caldera – perché quando vinci vuol dire che hai fatto comunque almeno un piattello più degli altri, ma fare una performance con questi numeri spiega che dietro c’è un lavoro immenso. Ed è proprio quello che stiamo facendo da qualche anno in forma diversa rispetto al passato. Anche perché non dobbiamo mai dimenticare che questi ragazzi fanno uno sport bellissimo e sono autori di imprese straordinarie, ma poi durante la settimana hanno il loro lavoro. Ne parlavamo proprio rientrando a casa domenica sera: alcuni dei ragazzi sapevano che avrebbero dormito sì e no un’ora o due quella notte perché due della squadra avrebbero fatto il turno di notte nel loro posto di lavoro. Uno di loro ha un’azienda che tratta generi alimentari come frutta e verdura e quindi alle 3 del mattino è regolarmente in piedi per andare al mercato ortofrutticolo. Come dico sempre: quando indossiamo il gilet e la divisa della squadra proviamo a far delle cose da campioni olimpici, ma poi fondamentalmente lo facciamo per passione e per divertimento. Quindi riuscire a fare un paio di serie, come nel caso della terza e della quarta, con punteggi sotto i dieci zeri, come si dice in questi casi: è tanta roba!”
Nella sfida di Castelfidardo la formazione del Tav Poggio dei Castagni ha dato vita ad una gara diesel con un esordio da 132/150 che non permetteva subito ai bresciani della presidente Zani di stare in pista per il successo.
“Direi che la prima serie – ha spiegato Ugo Caldera – non è opaca, ma semplicemente normale. Diciotto zeri non descrivono una performance negativa perché se lo scorporiamo quel punteggio dice di un 22 per ciascun tiratore, quindi è quello che comunemente descriviamo come uno sparare bene ma che certamente comunque non sarebbe servito a nulla per il risultato finale. Anche perché il risultato finale parla di quattro squadre nel giro di tre piattelli con tutte e quattro che hanno superato i 550 piattelli rotti: è quindi il sintomo di un livello molto alto. Posso dire che forse siamo partiti pensando che potesse essere tutto facile perché ci eravamo preparati molto bene ed eravamo anche i detentori del titolo estivo. Quella è una situazione che forse nella prima serie ha un attimo penalizzato. In quella prima serie i ragazzi sono anche partiti bene, poi però c’è stato un lieve appannamento a metà percorso e infine sono comunque riusciti a chiudere la serie senza troppi danni. Quello è stato certamente un momento delicato perché se avessimo fatto anche solo qualche zero in più alla prima sarebbe stato impossibile rimettere la gara in sesto.”
Dopo il 139 alla seconda, è il maestoso 143 della terza che cambia le sorti della gara di Castelfidardo, mentre è poi il 141 conclusivo a decretare la vittoria del Poggio dei Castagni.
“La seconda serie con 139 – ha detto ancora il coach del Poggio dei Castagni – ha avuto un ruolo importante per far tornare la fiducia nel gruppo. La pedana che ci ha rimesso in pista, non solo per i numeri ma mentalmente, quella che ci ha riportato a pensare che avremmo potuto vincere comunque anche con la partenza dei diciotto zeri, è stata però la terza con soli sette zeri: un risultato che nessuno ha saputo fare in tutta la gara. Ai 75 piattelli a quel punto eravamo in testa a pari merito con 414 con una delle due squadre di Pezzaioli. Posso dire che in quel momento, prima dell’ultima serie, i ragazzi non avevano tutte le informazioni sull’andamento della gara. Ho cercato di isolarli il più possibile: sarebbe stato negativo sapere che nell’ultima serie a nove zeri avremmo vinto, a dieci avremmo pareggiato e a undici zeri saremmo stati secondi. Ero in realtà l’unico a sapere com’era la situazione. Io mi sono limitato a segnalare che avremmo dovuto proseguire con quello score. I ragazzi mi hanno ascoltato e sono stati autori di un’impresa che posso definire semplicemente eccezionale!”

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